Storia del Soldatino

Piatti o a tutto tondo, di stagno, piombo o segatura di legno, per adulti o per bambini, comunque sempre soldatini.
Anche se alcuni reperti archeologici possono essere considerati antenati dei nostri soldatini, l’inizio di un percorso più comprensibile e più documentato è in ogni modo legato al regno di Luigi XIV, momento in cui si moltiplicano le notizie di un’attenzione particolare nei confronti di quelli che sono veri e propri soldatini.
Nel XVIII sec. si sviluppò un fiorente commercio di figurine di soldatini piatti in stagno prodotte a Norimberga, Furth, Strasburgo ed Aarau e per tutto il secolo i paesi di lingua tedesca appaiono, comunque, al centro dello sviluppo dei soldatini, soprattutto quelli piatti, di stagno ed anche, seppure con minore diffusione, quelli semitondi o a tutto tondo in piombo.
Contemporaneaneamente si vanno sviluppando altre tipologie oltre a quella dei semi-piatti in piombo.
La Grande Guerra segnò un momento di profonda crisi per i soldatini piatti e cominciarono ad affacciarsi, insieme ai “tutto tondo” inglesi e francesi, quelli in “pasta”.
In questo periodo si cominciarono anche ricerche su materie prime diverse dal piombo che si erano sviluppate in Francia ed in Austria già nella seconda metà dell’Ottocento: la viennese Pfeiffer per prima raggiunse risultati apprezzabili utilizzando un impasto di cartapesta, segatura e colla di pesce, mentre in Germania si realizzarono soldatini con un impasto di caolino, colla alla caseina e segatura (ditte Elastolin e Lineol).
Furono proprio questi soldatini ed i loro mezzi a costituire un modello significativo per la produzione italiana che, frazionata in molte marche e fabbriche di carattere artigianale, era passata all’utilizzazione di impasti a base di colle, gesso e cartapesta proprio negli anni Venti.
Tra queste aziende ricordiamo la Xiloplasto e la Società Anonima Lavorazione Plastiche e Affini (S.A.L.P.A), destinate a soccombere al successo della plastica e la bottega fondata da Francesco Antonini a Roma – quindi in un’area decentrata rispetto a Milano e la Lucchesia – che iniziò prima a produrre “semi piatti” con stampi tedeschi del 1910, per passare poi ai “tutto tondo”.
Da allora la firma Antonini ha continuato a produrre splendidi soldatini in piombo a tutto tondo in 54 millimetri, con un rigore uniformologico eccezionale, sulla scia della più qualificata produzione francese e tedesca di cui, proprio per la scelta offerta dei pezzi già dipinti, si dimostra l’erede più prestigioso.
Una grande rivoluzione nel mondo dei soldatini si determinò a partire dagli anni Sessanta: l’introduzione della plastica mutò radicalmente il mercato.
Il terremoto prodotto nel modellismo dall’introduzione della plastica (creando un fenomeno di massa attraverso le scatole di montaggio) si estese, in seguito, alla produzione dei soldatini.
Attraverso le scatole Airfix con quarantaquattro pezzi in 20 mm (poi ci furono anche 54 mm. sempre offerti in scatole di un congruo numero di pezzi) i modellisti ebbero possibilità di “animare” i mezzi, di creare “scenette” e diorami e infine di avvicinarsi ai giochi di simulazione.
Gli anni Settanta portarono ulteriori cambiamenti nel mondo dei soldatini grazie, anche, ai giochi di simulazione tridimensionali (o war games).
Questi mutarono il baricentro del “pubblico”, allontanandonsi sempre di più da quello infantile per incontrarne uno adolescenziale ed adulto.
Ormai si è compiuta la separzione tra il soldatino come giocattolo dal soldatino come modello.